Voi scusare ritardo, please. Per farmi pardon, Vi dico qual è la parola della settimana passata. è
India.
Inutile nasconderlo. Nel mio vivido immaginario, il fascino misterioso dell'India è riassunto in una figura emblematica alquanto spielberghiana.
KALI MAAA - SHAK DIDEEE!
India, India. Come diceva il poeta, quante volte l'abbiamo vista sulla cartina e sottovalutata.
Ora non si può più. L'India non è più il capolinea di musici alla ricerca di se stessi o la patria del fido Kammamuri.
Ora quando parlano di tigre indiana, non si pensa più a Shere Khan, ma all'intraprendenza dell'economia asiatica.
In questi giorni l'India è tornata alla ribalta per questioni di politica estera. Due marinai italiani arrestati e accusati di omicidio, due turisti rapiti (di cui uno liberato).
Ma in verità, cosa sappiano dell'India?
Più o meno una mazza, meno.
I mass media non fanno nessuno sforzo per capirla, come insegnava Tiziano Terzani.
E allora, capirla tocca a noi. Perché fra pochi anni, il terzo mondo da compatire e guardare dall'alto in basso, cocchi, saremo noi.
E non avremo nessun Indiana Jones cui affidarci.
3 commenti:
"Fortuna e gloria, dottor Jones..."
E conosco anche le parole della vittima del sacrificio umano (quella a cui strappano il cuoricino): "Oh mon Shiva oh mon Shiva ohmonShivaohmonShivaohmonShivaohmonShivaohmonShivaohmonShivaaaaaaaaAAAHHH!"
Sei promosso a pieni voti.
'Sembra di camminare sui biscotti'
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