18.2.13

CRONACHE DA UN ANNO FRA: Un Grillo per le teste


Mi sono arrivata alcune mail, stamattina. Hanno data 24 febbraio 2014, fra un anno. Mi sono state spedite dal futuro? Sono la prova di un paradosso spaziotemporale? Dell'esistenza di un universo parallelo? Di uno scherzone?
A voi l'hardware sentenza, intanto vi copincollo la prima. A domani per la seconda.

Ciao Andre',

ti scrivo per dirti come sta andando la vita a un anno dalle ultime elezioni.
Come saprai, il Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo ha avuto la maggioranza relativa, sbaragliando gli altri partiti. Giorni e giorni di titoloni... ricordo quello di Libero, sobrio come suo solito: Grilliata di antipolitica.
Brrr.
L'espressione carica di sagacia del Belpetrus cogitans

I partiti tradizionali si sono scatenati e, mentre uno sconosciuto grillino diventava Presidente del Consiglio, hanno continuato a dire che Grillo è un demagogo, un qualunquista, un populista e che i seguaci del Movimento Cinque Stelle sono pecore senza cervello.
Ma sai che ti dico? Ti dico che le accuse di qualunquismo e demagogia fanno ridere.
Io leggo il blog di Grillo da tempo immemore. Criticare con dati di fatto è qualunquismo solo perché colpisce a destra e a sinistra? Quando non le fa Grillo, analisi simili alle sue sono considerate informazione.
Demagogia è seguire o anticipare le voglie del popolo, no? Beh, Grillo fa il contrario: le voglie del popolo le ha costruite. Parlamenti puliti, politica energetica virtuosa, sistema economico più equo...

"[...] e come asserito dal professor Sartori..."

E la terza accusa? La terza accusa, Andre', è fondatissima, e quest'anno di governo l'ha confermata.
Populista, Grillo, lo è alla grande. Lo è nei lati positivi (vedi la geniale unione tra classico e moderno, tra internet e comizio in piazza, che regala alle persone l'illusione di averlo sempre vicino) e lo è soprattutto nei significati orrendi di questo termine: perché è vero che ha dato sfogo alla rabbia di chi si è stancato dello status quo, ma l'ha disposto dentro schemi angusti come slogan.
E lo slogan, lo diceva Daniele Silvestri, è fascista di natura.

Il suo governo ha rafforzato l'idea che avevo prima delle elezioni, a leggere il suo programma.
Proposte spesso condivisibili (vedi il settore energia) e spesso discutibili (quelle su informazione o economia, che non riportavano preventivi di spesa e parevano carenti in fattibilità pratica).
E poi, il lato oscuro, e passami la metafora da nerdacchione. Raramente il Movimento parla di cultura (nel programma proprio non era contemplata!) e raramente parla di diritti civili. Quando lo fa, poi, le voci vanno dall'intollerante al fascistoide. I modi di alcuni candidati e dello stesso Grillo vengono poi puntualmente smentiti da comunicati del M5S, certo. Il Movimento si definisce antifascista, tollerante, impegnato per i diritti civili e di cittadinanza, ma queste smentite, lungi dal risultare convincenti, sottolineano soltanto la confusione tra base, vertice e propaggini locali del M5S.

E non voglio citare l'ottusità e l'intolleranza che trasudano dai commenti del blog, tutto un florilegio di “psiconano”, “casta”, “giornalai” (e chi più ne ha più ne [ri]metta) mutuati dalle parole del comico.

Ezio Mauro pensa all'editoriale della Repubblica di domani

È questo il lato più negativo del populismo Grillesco. La sua deriva lideristica, quasi paternalista. Una robaccia che al sottoscritto pare sconfinare nell'autoritarismo.
Chi non è d'accordo con Grillo -o con i suoi discutibili diktat- può andare fuori dalle palle. L'aveva detto lui, eh. Non è un'invenzione della “casta dei giornalai” cattivi.
Durante l'anno di governo sono continuate le epurazioni. Roba che mi ricorda Josif coi Troskisti, solo con meno pallottole.
(Non a caso, quell'ipocritaccio di Santoro ha finalmente azzeccato una battuta, chiamando Grillo “Giuseppe Casapound”).

Purtroppo Luttazzi fu buon profeta quando preconizzava che Grillo sarebbe diventato leader, Messia, salvatore della patria. Uomo-della-provvidenza.
Ecco qua. Io degli uomini-della-provvidenza mi sono rotto le scatole. Anzi, ne ho il terrore.
E ho paura anche dei loro seguaci. Sì, sì, lo so che la maggioranza dei grillini è composta da gente preparata, colta, stufa di una classe dirigente inconcludente. Ne conosco tanti.
Ma boh, vedo troppo fideismo e troppa opacità nella loro proposta politica, ma certo, non li considero dei minus habens come fa l'intellighenzia.
AddavenìbUffone!

Per dire, anche Bertold Brecht considerava Stalin il paladino degli oppressi.

Tanti saluti
Fabio

P.S.: Quest'anno compi 33 anni, come Cristo. Non farti crocifiggere, eh!”

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