2.10.10

Il mio nome in inglese non significa un cazzo (2 di 3)

Se te la sei persa, leggiti la PRIMA PARTE.

Se sei così pigro da non avere voglia di cliccare quassù, ti faccio un riassunto. Eccolo:

ci sono due tedesche in vacanza.


“Perché non ci insegnate qualche parola in italiano?”

La notte la passiamo sul bordo della piscina del residence. Ridiamo, parliamo e beviamo un alcolico molto blando, che l'alcolico pesante lo riserviamo al resto dell'anno.

Dio ci perdoni, l'italiano (soprattutto se postadolescente e in alcolico blando) insegna sempre le solite parole alle straniere, cioè le prime due volgarità a sfondo sessuale che gli vengono in mente. Loro chiedono la traduzione. Inga ride, Helga mi incenerisce con lo sguardo. Mi cago addosso, giuro.

Ecco chi mi ricorda, quella sua dolcezza ingombrante. Erwin Rommel. Anzi. Erwin Rommel incazzato.

Ve l'ho detto, mo cago addosso.

“Come vi chiamate di cognome?”

“Io mi chiamo Melis.”

“ It sounds like Malice. Malizia, in english.”

Risate.

“Io Frau. ” È Mario che parla. “Significa Donna in tedesco.”

“Siamo fatti così, noi sardi. I nostri cognomi hanno sempre un significato, in qualche altra lingua.”

Risate. Alcolico blando.

“E tu, cosa vuol dire il tuo cognome?” Inga, insinuante curiosona.

Ci penso su un attimo. Il mio cognome non significa nulla, porcoggiuda, almeno in quelle due lingue che conosco. Mi sento escluso.

“Il mio nome in inglese non significa un cazzo.”

Dico così.

Senza riflettere bene sulla forma della frase. Chissà cos'hanno capito, perché ridono, ridono, e ride anche Helga. Inga stringe le labbra in un sorriso lascivo. Rido anch'io.

Massì, chi se ne frega. Alcolico blando.

Un pomeriggio stiamo giocando a pallavolo nell'acqua bassa. Ogni pallone recuperato prima che tocchi il mare è un'ovazione di gioia, un urlo di trionfo, la risata libera di un gruppo di postadolescenti ancora lontani da affitti da pagare, licenziamenti in tronco, pillole del giorno dopo. In un maldestro tentativo di bagher nella zona coperta da me, Inga si tuffa all'indietro e urta le mie zone delicate con le sue terga. Da parte mia c'è un attimo di imbarazzo, mentre lei insiste nella posizione per un tempo maggiore del necessario. Poi esulta.

Ha salvato il pallone, che non ha toccato l'acqua. Mi guarda. Altro sorriso lubrico.

La notte che precede la loro partenza festeggiamo con una pizza. Attrezziamo il tavolo in una stanza vuota del residence, la tempestiamo di birre e tovagliolini. Gli addetti al ritiro della pizza siamo io e Mario. Quando arriviamo coi cartoni caldi in mano, gli altri hanno già preso posto. A me tocca quello vicino al capotavola, e capotavola c'è Inga. Dividiamo i cartoni con le pizze, io mi appresto a tagliare la mia gamberetti e rucola con un certo appetito. A un tratto, mentre sono lì che spicchio, sento qualcosa che mi tocca il piede. Sobbalzo. Mi giro verso Inga. Stampato sulla faccia ha la versione base dello sguardo equivoco. Mi guarda fisso negli occhi, sorride lasciando intravvedere un pezzetto di lingua.


Mario è dall'altra parte del tavolo, e la sua pseudoragazza mi sta facendo piedino.

Cazzo, penso.

Sono finito dentro lo stereotipo della tedesca troia.

In evidente stato confusionale lascio lì i gamberetti e la rucola, mi tengo lo stomaco.

Non sto bene, dico. Scusatemi, dico. Ci vediamo domattina in spiaggia, dico.

Inga è l'unica che non sembra dispiaciuta. Nemmeno mi guarda. Si è girata verso Mario. Gli avvicina alla bocca un trancio di pizza.

(continua)

5 commenti:

marcello ha detto...

Mmm, non c'entra il fatto che fosse tedesca...

Davide "boldraker" Boldrini ha detto...

dai, vogliamo la 3di3! :)

Unknown ha detto...

"Capisco cosa deve avere provato il padre di Art Spiegelman." Ah ah!! Sto ancora ridendo per questa frase...e finalmente ho capito perchè il tuo nome in inglese non significa un cazzo.

Daniele Mocci ha detto...

Bravo!
Ora vado al terzo...

“Siamo fatti così, noi sardi. I nostri cognomi hanno sempre un significato, in qualche altra lingua.” (A. Pau)

Da riportare (necessariamente) in un romanzo (da scrivere), nella pagina bianca che viene immediatamente prima della pagina iniziale.

Anonimo ha detto...

Grazie per la roba buona