28.2.12

101 metodi per sconfiggere il telemarketing #4

Una persona nella vita ha bisogno di modelli ideali.
Di obiettivi nobili, cui tendere.
Di miti.
Quanti può cambiarne una persona normale nell'arco di un'esistenza?

Uno? due? Mille?
Personalmente non so rispondere, forse perché non sono proprio normale.
Il fatto è che dopo Paperoga, Tex Willer, Jake Blues e Biff l'amico d'infanzia di Gesù, da alcuni mesi ho un nuovo idolo.
Lui, Oscar.
Un nome che evoca spadaccine dall'identità sessuale problematica, o statuine vinte solitamente da Meryl Streep.

Ma anche un nome che dimostra come un look francamente inspiegabile possa diventare parte fondamentale del fascino di un uomo. Ma tipo che rimani davanti alla tv a dire 'Speriamo che questa mia incipiente calvizie peggiori: voglio avere anche io una barba così.'
Ma davvero.
Chissà se a Oscar gli chiamano a casa quelli di TeleTu, gli chiamano.


#4 IL METODO OSCAR GIANNINO

Ore 8.15, sabato mattina.
TRRRR TRR*- Pronto?
- Buongiorno signor Draghi, sono Andrea della Telecappio, la stiamo chiamando per un'offerta sulla sua linea telefonica. Probabilmente sa già che noi abbiamo ormai eliminato quel fastidioso balzello mensile che
- Il mercato azionario non è mai una scienza esatta. Purtroppo è guidato da elementi imprevedibili, siano esse azioni politiche o attività delle più importanti società di rating. Lei crede che la ricapitalizzazione dei grandi gruppi bancari possa avere un effetto positivo sull'andamento degli indici?
- Io... ehm... stavo per dirle che da oggi potrebbe risparmiare diverse decine di euro al mese e
- Eh no, caro mio! Non si può sperare che sia solo l'inasprimento della lotta all'evasione a portare immediatamente liquidità alle casse dello Stato. È ora di pensare a un generale abbassamento dell'imposizione fiscale. O, Lady Tatcher docet, a una pesantissima politica di privatizzazioni e una generale uscita dello stato dal mercato.
- Uhm. Già. Infatti, proprio per questo la Telecappio le propone questa nuova tariffa senza canone che
- Per non parlare del taglio alla spesa pubblica. Anzi, parliamone! Una voce di spesa abnorme, che si è costantemente moltiplicata negli anni, sotto lo sguardo compiaciuto di governi che hanno fatto di essa quasi una bandiera, fagocitando risorse e riducendo allo stesso tempo la qualità dei servizi e la responsabilità degli amministratori.
- Sì, infatti se mi lascia parlare, il mio lavoro prevede proprio che io le parli di
- Ah, il lavoro. Il lavoro. Il motore dell'economia. Che però urge di una modernizzazione, d'una ristrutturazione puntuale del sistema. Lei per caso è keynesiano? Taylorista? Fordista?
- Fordista? Io, ehm... io... ecco... la mia ragazza ha una Focus, io uso la Panda30 di mio padre e anzi ora che mi ci fa pensare dovrei anche fare il taglian
- Ecco, i giovani che si staccano troppo tardi dalla famiglia! È mai possibile, in una società che si muove a questi ritmi, una presenza così pervicace della famiglia? La società deve mettere i giovani nella condizione di uscire di casa, osare, migliorarsi. Non è d'accordo?
- TUUU TUUU TUUU

25.2.12

LA PAROLA DELLA SETTIMANA #2 FARFALLINA

Farfallina.

Per saperne di più, CLICCA QUI.

Da bambino (o almeno, da bambino degli anni '80), le prime nozioni riguardanti il sesso venivano impartite utilizzando parole precise, dotate di una certa qual dolcezza. Vezzeggiativi che tingevano di innocenza parti anatomiche e atti che l'onnipresente morale cattolica/puritana ha tinto di lubrica lascivia, di depravazione, di sporcizia.

Il pisellino. La patatina. Il fagiolino. La farfallina.
Quanta delicatezza, quanta grazia nello spiegare il sesso a noi bambini (o almeno, a noi bambini degli anni '80) con parole che suscitano gioia e tenerezza.
Che non sono altro, poi, che le componenti principali del sesso.

Poi si passa a oggi. Oggi che la parola farfallina viene citata da giornali e tg per tacere del vuoto pneumatico propagandato dalla tv, della carenza di spunti d'interesse, della mancanza di attenzione per la qualità della scrittura e della creatività.
Tanto che l'idea strepitosa non è far vincere il Festival della canzone italiana a un pezzo becero nel suo qualunquismo, ma farlo vincere a un tatuaggio.
A-un-tatuaggio!

Viva l'Italia!

22.2.12

101 metodi per sconfiggere il telemarketing #3


Lo ammetto.

Ho un rapporto conflittuale con il carnevale.
Da un lato lo adoro (e vivendo a San Gavino, patria campidanese della cartapesta, non potrebbe essere altrimenti) e da un lato mi irrora di malinconia.

Per fare un po' di psicanalisi da due soldi, un po' come nei salotti tv, credo dipenda dalla mia infanzia.
Che io ricordi, solo una volta ho scelto io da cosa vestirmi (da cowboy).
Negli anni precedenti mia mamma mi costringeva dentro costumi che mi piacevano un sacco o dentro costumi che odiavo.
Un costume che odiavo era quello di Paperino.
A vederlo oggi, devo dire che mia mamma si era superata. Il costume più figo tra quelli che prendono polvere nell'armadio.
Ma da preadolescente, indossarlo fu un trauma. Mentre i più fighi sfoggiavano strafottenti mise da acchiappafantasmi (quelli di Hanna & Barbera, con lo scimmione), io indossavo zampe palmate di gommina, un culone di gommapiuma bianca e un'improponibile calzamaglia arancione.

Mia mamma mi ammirava commossa mentre io morivo dentro, come Gianni Bella.

Non gliel'ho mai detto, ma io volevo vestirmi da Zorro.
Con la spada, la maschera, il cappello. E quell'elegantissimo mantello double-face, dentro lana merino per l'inverno, fuori cotone traforato per l'estate.

Proprio il nero eroe della California ha ispirato il metodo più carnascialesco per liberarvi dei televenditori senza fare la magra figura del'Alcalde Ramon, al cuore Ramòn.

#3 IL METODO DON DIEGO DE LA VEGA

Là sull'altura, quando brilla la luna.

TRRRR TRRRR TR*- Pronto?
- Buongiorno signor Garcia, sono Andrea della Telefraulein, la stiamo chiamando per un'offerta sulla sua linea telefonica. È lei che si occupa dell'utenza?
- Buio com'è, non c'è luna né stelle...
- La chiamo perché lei è ancora abbonato Telecappio, e quindi paga ancora il canone con le vecchie tariffe al minuto. Io invece le offro di non pagarlo più. Va bene?
- ... non lo vedi, ma là c'è Zorro.
- Mi sente? Lei può parlare in tutta Italia a costo zero e senza limiti, pagando solo un modico scatto alla risposta di 600 euro. Va bene?
- Nessuno mai mai l'ha visto negli occhi, ma il suo segno sì, lo conoscono tutti!
- Ehm. Forse è più interessato all'offerta ADSL? Abbiamo delle tariffe vantaggiosissime e una velocità di navigazione che le perm
- Zorro, Zorro, Zorro... la tua spada è giustizia sicura!
- Ehm, no, sono Andrea. Andrea, capisce?
- Zorro, Zorro, Zorro... a cavallo di notte colpisci!
- Della Telefraulein.
- Zorro, Zorro, Zorro... è la Z la firma che lasci!
- TUUU TUUU TUUU

20.2.12

LA PAROLA DELLA SETTIMANA (PASSATA)

Sfigato.

Dustin Diamond aka Samuel 'Screech' Powers, gran visir di tutti gli sfigati

On. Giorgio Clelio Stracquadanio, 17/12/2012: “Sono stufo di una retorica piagnona. Non esiste guadagnare 500 euro al mese. Ma chi li guadagna? Ma quali giovani precari! La media dei consumi di telefonia mobile, il telefonino cosa che hanno tutti nelle mani, vediamo che non basterebbero quelli. Chi guadagna 500 al mese è una minoranza ed è uno sfigato che non è stato capace”.


Puoi leggere dell'intervento QUI, o guardarlo QUI


L'on. Stracq

L'onorevole Stracquadanio dà dello sfigato a chi guadagna 500 euro al mese e per questo è stato subissato di critiche.

E fin qui. Io credo sia una tattica elettorale. Mettiti contro un insieme di persone: ti odieranno, certo, ma si sa... molti nemici, molto onore. E poi, soprattutto, tutti gli altri faranno comunella con te!

Magico Stracquadanio, un diavoletto biondo sei! Già mi immagino le orde di professionisti strapagati pronti a darti il loro voto per farti conquistare nuovi, insperati seggi.

E tutto grazie a questo accorgimento -lo dico? Lo dico!- geniale.

Mi permetto perciò di dare a te e ai tuoi innovativi spin doctor alcuni consigli. Alcune nuove, strepitose categorie da mortificare offendere e umiliare.

Che so, potresti iniziare coi tornitori.

O i tifosi della Rubentus

O chi ha una mamma.

Ricordati di me, quando sarai nuovamente in Parlamento. Ciao Stracq!

17.2.12

LÀMPUS: CENTU CONCAS

Ai fotografi ci invidio soprattutto una cosa, ci invidio.
Il tempismo.
Quel gusto raro di chi sa cogliere l'attimo esatto in cui un particolare soggetto è unico al mondo.

Io, che ho smesso di fare foto da quando ho finito l'ultimo rullino delle macchinette trovate in regalo nei detersivi (roba di un decennio fa almeno), questo tempismo non ce l'ho.

I miei scatti sono o banali o brutti o veramenteunagagara, una a scelta tra queste opzioni.

Per questo mi affido agli altri, per le foto.
Patrizia Angei è una futura ingegnera civile che, oltre a poterti progettare il Guggenheim, sa fare le foto. Ma bene, dico.
Perché lei ha quel tempismo di cui sopra. E in dote abbondante.
Tanto che è riuscita perfino a sconfiggere la mia abituale antifotogenia, e a scattarmi due o tre foto nelle quali sembro avere sembianze umane.

Tempo fa è nata l'idea di collaborare assieme per costruire un reportage un po' particolare sulla Sardegna.
Un reportage così riassumibile:
  1. Lei mi manda delle foto.
  2. Io cerco di indovinare dove le ha scattate.
  3. Non indovino.
  4. Mi soffermo comunque a guardarle.
  5. Cerco di descriverne la 'sardità'.
  6. Le pubblico sul blog.
Ecco la prima foto con relativo commento personale.

cliccaci sopra per ingrandirla

Mi dicono dalla regia che è stata scattata a SANLURI STATO.

Non so come vorrebbe chiamarla l'autrice, ma io 'sta foto la chiamerei 'Centu Concas' (cento teste), parafrasando un famoso modo di dire sardo.