Lucca Comics.
Alcuni giorni dopo il ritorno, posso iniziare a parlarne.
Per chi, come me, di solito vive in Sardegna, la manifestazione lucchese non dura quattro giorni, ma più o meno una settimana.
Lucca Comics and Games comprende stand strapieni di fumetti e viaggi in nave passaggio ponte, mura medievali e valigie strapiene, accento toscano e nostalgia della birra Ichnusa.
Io e gli altri compañeros abbiamo passato dei bei giorni di svacco. In giro, con le scarpe bagnate, a portare in spalla svariati kg del nostro albetto e consegnarli nelle mani di amici, autori editori e acquirenti (cui va il nostro, sentitissimo, GRAZIE).

In giro, a sponsorizzare il nostro lavoro, la nostra voglia, il nostro talento e soprattutto il nostro amore per questo mezzo di comunicazione che ci permette di esprimerci e sentirci vivi.
Per chi, come me, viene dalla Sardegna, il salone di Lucca è anche l'occasione per scontrarsi con un lato del fumetto, quello editoriale, che appare lontano, ammantato di un velo di magia.
E che invece è semplicemente composto da professionisti, fatica, crisi, soldi come qualunque altro settore economico.
Cosa rimarrà dentro me di questi giorni lucchesi?
Poche cose.
La pioggia.
Il talento e la simpatia di quelli di selfcomics.
Una molotov fasulla fatta con una bottiglia di plastica e un foglio spiegazzato.
La gentilezza di
Lucia Biagi, la cortesia del grandissimo
Daniele Tomasi e i sempre ottimi consigli di
Andrea Accardi (cui ormai rompiamo le palle da anni e che non ci ha ancora fanculato).
Le cosplayers fighe.
I cosplayers brutti.
Le calze da strizzare.
I preti che prendevano in giro il papa.
Il malessere da folla.
La soddisfazione per alcune situazioni.
Alcuni ottimi fumetti (seguirà recensione).
E poi, lui, il nostro mitico albetto.
Il nostro
Radio Punx, che -messaggio pubblicitario- da ieri potete trovare anche alla fumetteria LORIGA in piazza Garibaldi a Cagliari.
Saluti!